domenica 29 settembre 2013

REVIVAL: La battaglia dei sessi

Oggi si è giocato un match benefico tra Li Na e Novak Djokovic, in occasione del decimo anniversario del China Open. Il match (finito 3-2 per la Li, in quanto si arrivava a 3 game) ha richiamato la ormai famosissima battaglia dei sessi, che chiunque di noi sognerebbe di vedere in campo, il circuito Atp contro quello Wta. In questo match si è visto quanto Novak abbia dosato la sua forza per offrire un maggiore spettacolo al pubblico cinese e per far vincere la loro beniamina. Ma in passato si sono giocate vere e proprie sfide senza esclusioni di colpi, ed è di questo che ci occuperemo per la nostra rubrica The Revival.

Parlando della "Battaglia dei sessi" nel tennis moderno, il primo incontro a cui si fa riferimento è sicuramente quello vinto da Billie Jean King contro Bobby Riggs nell'ormai lontano 1973. Ma molti dovrebbero sapere che non fu l'unico match giocato da uomini contro donne.

Il primo in ordine di tempo fu la sfida ufficiale combinata tra lo stesso Bobby Riggs e Margaret Court, sempre nello stesso anno del match con la King, il 1973. Allora Riggs aveva la bellezza di 55 anni e la Court 31, ed era anche numero 1 del circuito Wta in quell'anno. La Court era subentrata alla King, poiché quest'ultima in un primo momento non aveva voluto accettare la proposta. La differenza di età, la forma fisica e mentale della numero uno al mondo, facevano pendere l'ago della bilancia dalla parte delle donne. Ma Riggs giocò una partita tatticamente perfetta, e aveva colmato la differenza di età sottoponendosi ad un rigido allenamento per riacquistare la forma fisica. Alla fine si aggiudicò il match 6-2 6-1. Dopo ciò Riggs acquistò di nuovo la fama e apparì sulle copertine di Time e di Sports Illustrated.

Di qui veniamo al match più famoso, sicuramente perché rappresenta l'unica vittoria di una concorrente donna contro il rivale maschile ed anche perché si giocò al meglio dei 5 set. Lo stesso anno infatti la King accettò la nuova proposta fattale di un match contro Riggs con un conguaglio economico più alto. La King era un'accesa femminista e fu la protagonista della rivalsa dei diritti femminili negli anni '70, oltre che icona e attivista gay. Billie Jean affrontò il match in maniera totalmente diversa da come aveva fatto la Court, prendendo le misure a Riggs e costringendolo a faticare puntando quindi sul dispendio delle poche energie dovute all'età. La King vinse 6-4 6-3 6-3. La vittoria ebbe grandissimo risalto mediatico, milioni di telespettatori furono incollati allo schermo e lo stadio di Houston fu sold-out.
"Ho pensato che saremmo tornati indietro di 50 anni se non avessi vinto quella partita. Avrebbe rovinato il circuito femminile e fatto perdere l’autostima a tutte le donne." (B.J.King)
Ora, a distanza di anni, rimbalza la notizia che la partita sia stata persa di proposito da Riggs, per debiti e per associazione con la mafia che gestiva le scommesse. E' risaputo che Riggs era un abituale scommettitore, ed oltretutto in quell'anno era sommerso dai debiti. La truffa secondo un collaboratore, Hal Shaw, sarebbe andata così: dapprima Riggs avrebbe stracciato la Court per far alzare la quota della King e poi avrebbe deliberatamente perso per riscuotere la vincita della scommessa. (>>La truffa della Battaglia dei Sessi). La King ha recentemente ribadito di non credere a queste cose ed anche noi vogliamo pensarla così!

La terza sfida fu quella di Jimmy Connors contro la sua connazionale Martina Navratilova. Il divario di età qui non era paragonabile a quello delle precedenti sfide, per questo si pensò di agevolare la Navratilova in altra maniera: a Connors fu concesso un solo servizio, e alla sfidante invece fu permesso di colpire anche la zona dei corridoi,solitamente destinata al doppio. Nonostante questo, Connors vinse 7-5 6-2 in un match non poi tanto equilibrato. 



E ora come ora, lasciando perdere Li Na vs Djokovic, come andrebbe a finire un altro match maschi contro femmine? Ce la farebbe una Serena Williams a battere un Andy Murray? Chi vi piacerebbe vedere giocare questa nuova battaglia dei sessi?

lunedì 23 settembre 2013

THE OUTSIDER: Sloane Stephens

NOME: Sloane
COGNOME: Stephens
NATA il 20 Marzo 1993 a Plantation, Florida
GRANDI SLAM: Semifinale Australian Open 2013
SPECIALITA': La tenuta fisica


"Disciplina,sacrificio e amore per il tennis le chiavi del successo"


Oggi l'Outsider è al femminile, è Sloane Stephens. Avrete notato che abbiamo scelto una foto dove dietro alla nostra protagonista compare un'altra tennista. Infatti anche noi vogliamo contribuire al paragone che i media suggeriscono da quando la Stephens ha calcato i campi del professionismo. Anche noi rivediamo in questa giovane ragazza l'immagine di una Serena Williams più giovane e più tonica. Entrambe statunitensi, entrambe di colore, entrambe forti fisicamente, entrambe grintose. Insomma, chiunque veda giocare Sloane penserebbe subito che un giorno potrebbe eguagliare la connazionale. Le credenziali non le mancano, deve solo farsi un po' di esperienza, ma la giovane età la giustifica. Una differenza che ci sentiamo di rimarcare? La Stephens grida poco, è di ghiaccio quando gioca, e di rado si lascia andare alle esultanze smaniose in stile Sharapova,Azarenka o come fa la stessa Williams.

"Serena dice che non grido abbastanza in campo, che non faccio abbastanza rumore." 

Ma non le serve, il rumore lo fa a furia di dritti e di rovesci. La giovane statunitense è una tennista completa: ottima da fondo campo, sia di diritto che di rovescio, e condisce il tutto con un ottimo servizio che non manca di potenza.

Il binomio Williams-Stephens è iniziato due anni fa, dove le due si incontrarono a Brisbane e perse la più giovane. Di lì in poi fu naturale chiedere a Sloane se si ispirasse a Serena o cercasse di imitare il suo gioco.
La vittoria della Stephens agli Australian Open
"Per me è come una divinità. Adoro vederla giocare, ma non ho mai cercato di imitarla o cose del genere" Poi le cose sono cambiate, e la data del cambiamento fu nel gennaio 2013, mese degli Australian Open. Le due si affrontarono nel primo quarto Slam tutto statunitense dal 2008 (Venus W. vs Serena W.). Questa volta le cose andarono diversamente. Sloane perse il primo set ma rimontò incredibilmente vincendo contro la sua eroina, che ormai era divenuta soltanto una avversaria da battere. Da lì la notorietà di Sloane crebbe e crebbe. I fans su Facebook, i followers su Twitter; scalò la classifica WTA fino ad entrare nelle prime 20 giocatrici al mondo. La scalata al successo della predestinata erede di Serena era iniziata. Perse la finale contro Viktoria Azarenka, allora numero 2 al mondo, ma acquistò la sicurezza della campionessa. O almeno così sembrava. La sua fu più una parabola, nel momento in cui iniziò una serie di brutte prestazioni nei tornei satelliti. Comunque riuscì a mantenere buone prestazioni nei grandi slam, conquistando un quarto di finale a Wimbledon, dove perse con la futura campionessa Marion Bartoli.

La vittoria di S.Williams agli US Open
Ma il destino le fece rincontrare Serena un'altra volta, nello Slam di casa, agli US Open. Questa volta durò a malapena un set la resistenza di Sloane (6-4 6-1). "Not yet", "Non ancora" sembrava dire la Williams con quella vittoria prepotente. Aspettiamo con ansia che la scena tocchi a lei, che un giorno possa far valere il suo gioco e la sua tenuta fisica, senza lo spettro/divinità che rappresenta in questo momento l'inarrivabile Serena. Per adesso è n°13 del seeding, ma siamo pronti a scommettere che il futuro sarà nelle sue mani,pronta a migliorare i risultati negli slam e magari a vincerne uno.

Il video che vi propongo è in inglese, ma un inglese comprensibile, e soprattutto è molto esplicativo delle qualità di questa ragazza, spero lo apprezziate!

venerdì 20 settembre 2013

HALL OF FAME: Bjorn Borg

NOME: Bjorn
COGNOME: Borg
NATO il 6/06/56 in Svezia
GRANDI SLAM: 6 Roland Garros (RG), 5 Wimbledon (W)
COLPO MIGLIORE: Top Spin
SOPRANNOMI: Iceborg, Orso



"My greatest point is my persistence. I never give up in a match." (Il mio più grande punto di forza è la mia ostinazione. Non getto mai la spugna in un match.)






E' sempre difficile scegliere chi inserire nella nostra rubrica settimanale "HALL OF FAME". Ci sono così tanti campioni che meritano di essere ricordati che è veramente difficile scegliere chi raccontare per primo. Stavolta abbiamo scelto Bjorn Borg, non perché abbiamo tirato i dadi, ma perché ogni volta che la gente mi parla di questo campione esce sempre fuori la frase: "Borg ha rivoluzionato il tennis". Quando penso a questo sport, ho sempre in mente quelle serie di regole basilari per giocare bene, e che quindi in realtà o le segui, oppure non giochi a tennis. Non ci sono vie d'uscita. Per questo rimango sempre interdetto quando qualcuno dice quella frase. Come si può davvero rivoluzionare il tennis?

Bjorn Borg nasce in Svezia; si appassiona al tennis fin da giovane, quando a 5 anni riceve una racchetta come regalo dopo aver vinto un torneo di ping pong. Da allora inizia a impratichirsi e sbaraglia la concorrenza nella sua categoria di età,fino a vincere Wimbledon Juniores. Inizia quindi ad esordire nel circuito professionistico abbastanza presto, rivelando al mondo le sue qualità (ottavi raggiunti negli Us Open e al Roland Garros e quarti a Wimbledon). Di qui il passo verso i grandi successi è breve. Vince il suo primo Roland Garros nel 1974, e nel '76 Wimbledon. Il dominio che Borg esercitò su queste superfici lo ha consacrato come uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi. Vinse il Roland Garros per ben 6 volte e Wimbledon per 5 volte consecutive (record che verrà eguagliato soltanto da Roger Federer). Le sue più famose rivalità furono quelle contro gli americani Jimmy Connors e Jonh McHenroe. C'è da aggiungere però anche il suo personale conto contro Adriano Panatta, l'unico che riuscì a sconfiggerlo sulla terra parigina, e per ben due volte!

Ora entriamo nel dettaglio. Perché Borg ha rivoluzionato il tennis?
Borg è stato il primo tennista moderno, il primo che abbandonò il tennis "serve and volley" per approdare all'ormai quotidiano tennis da fondo campo, più efficace che lezioso e stilistico, diventando il primo vero tennista "contrattaccante". Borg, pur giocando con le racchette di legno, praticamente inventò il top spin, iniziano a colpire la palla dal basso verso l'alto. Possiamo dire che inaugurò una nuova epoca tennistica, ancor prima della evoluzione della racchetta di cui abbiamo accennato nei post precendeti (vedi >>Angolo Tecnico: La Racchetta). Così si spiegano le 6 vittorie sulla superficie lenta per eccellenza, la terra rossa di Parigi. Ma Borg è stato molto di più. Perché sennò avrebbe vinto anche laddove il tennis fatto di voleé e scambi corti ha regnato per così tanto tempo? 5 Wimbledon consecutivi, impossibile spiegarlo con il caso. Borg rivoluzionò il tennis anche in questo. Egli sapeva adattare il suo gioco alle diverse superfici e ai diversi avversari, in più aveva una forma fisica ineguagliabile al tempo, il ché gli permetteva di essere un passo avanti a tutti i suoi contemporanei. Borg introdusse anche la prima forma di divismo del tennis professionistico. Curava moltissimo la sua immagine, i suoi completi e i suoi fluenti capelli lunghi (ovviamente biondissimi) e la sua barba. Tutto ciò, assieme al carattere enigmatico, alla sua freddezza nell'esultanze (che gli valsero il soprannome più famoso di IceBorg) contribuirono allora a creare di lui una vera e propria icona del tennis, che tutt'oggi viene osannata.

Come al solito, vogliamo lasciarvi dei video per godervi il meglio di questo tennista:
(Purtroppo su Youtube non si trovano video decenti, questo su Dailymotion è un ottimo tributo alla sua carriera a Wimbledon!)

Borg Tribute: Historical career at Wimbledon

mercoledì 18 settembre 2013

REVIVAL: André Agassi vs Marcos Baghdatis (Secondo turno,Us Open 2006)



Oggi sono uscito in libreria per comprare "Open", la biografia di André Agassi. Devo dire che sono rimasto molto affascinato dalle prime pagine, perché più che una biografia sembra un vero e proprio romanzo. Proprio dall'inizio del libro ho preso spunto per aprire la rubrica "REVIVAL" di QuindiciZero, dedicata ai grandi match della storia del tennis. Sì, perché, al di là che fosse un secondo turno, rischiava di essere l'ultimo match di André Agassi nel circuito professionistico. Dall'altra parte della rete avrebbe giocato contro Marcos Baghdatis, allora 21enne star cipriota semifinalista a Wimbledon e finalista agli Australian Open. Agassi ne dipinge un ritratto bonario: sorride sempre, sia quando è nervoso che quando è felice, è molto cortese ed è un suo ammiratore, tant'è che - scrive André -  "è cresciuto con le mie foto appese in camera e ha impostato il suo gioco basandosi sul mio". I due avevano giocato contro in un set di allenamento (vinto 6-2 da Agassi), quello era stato l'unico confronto. Ora si giocavano il passaggio del turno a Flushing Meadows, un Agassi sul viale del tramonto contro un Baghdatis nel fiore della giovinezza. Ma guardiamo come lo descrisse Agassi:

<<Baghdatis esce per primo (dagli spogliatoi ndr). Sa quanta attenzione sta suscitando il mio ritiro. Li legge i giornali. Si aspetta di dover recitare la parte del cattivo. [...] Poi esco io. Adesso gli applausi triplicano. Baghdatis si volta e si rende conto che il primo applauso era per lui, ma questo è mio, tutto mio [...]. Senza colpire una sola palla ho scosso la sua sensazione di benessere.>>*

E poi, inizia il match:
<< Il primo set è una passeggiata, vinco 6-4. La palla obbedisce ad ogni mio comando. E così la mia schiena.[...] Vinco il secondo set, 6,4. Sento il traguardo. Al terzo comincio ad accusare la stanchezza. Perdo la concentrazione ed il controllo. Baghdatis intanto,cambia strategia. Gioca con disperazione, una medicina più potente del cortisone. Inizia ad improvvisare. Corre rischi ed ogni rischio paga. [...]. Lui vince il terzo set, 6-3. Non posso fare niente per rallentare l'assalto di Baghdatis. Anzi peggiora sempre.[...] Non voglio un quinto set, non potrei reggerlo. [...] Arrivo a condurre 4-0. Ho due break di vantaggio ed ancora una volta il traguardo è in vista. [...] Baghdatis inizia a giocare il suo miglior tennis dell'anno. Si è appena ricordato di essere il n° 8 del mondo. [...] Mi fa il break e va 4-1. Tiene il servizio e va 4-2. E qui arriva il game più importante del match[...]. Se perdo ,andiamo 4-3, e tutto si azzera. [...] Lui rischia il tutto per tutto, non ha un attimo di esitazione - e vince il game. [...] Venti minuti fa ero a due game dalla vittoria e dal passaggio al turno successivo. Adesso sono sull'orlo del collasso. Lui vince il set, 7-5. Inizia il quinto. Servo io, tremante, incerto che il mio corpo possa reggere un altro set contro un ragazzino che a ogni punto sembra diventare più giovane e forte.[...] I suo colpi acquistano profondità. I miei sono ancora più profondi. Vince il game, mi fa break e va 1-0. Ci dirigiamo verso le nostre sedie e sento la folla che mormora i primi elogi funebri per Agassi. [...]Alla fine Baghdatis è pronto per ripartire. Avendomi appena fatto un break ed essendo passato a condurre dovrebbe essere pieno di energie. Invece sembra che la pausa gli abbia spezzato il ritmo. Gli faccio il break. Siamo di nuovo pari. Per i sei game successivi ciascuno tiene il proprio servizio. Poi,sul quattro pari,con me alla battuta giochiamo un game che sembra durare una settimana,uno dei game più impegnativi e fantastici della mia carriera. [...] Guardo al di là della rete per capire se Baghdatis si è accorto della mia sofferenza,e lo vedo che zoppica. Ha i crampi. Cade a terra,afferrandosi le gambe. Ha più dolore di me. [...] Abbandono ogni sottigliezza e strategia. Di nuovo in piedi, anche Baghdatis ha smesso di elaborare strategie, di ragionare, il che lo rende ancora più pericoloso. Non sono più in grado di prevedere cosa farà. Sono ad un punto dal condurre 5-4. Baghdatis fa una smorfia. Non vuole cedere. Vince il punto. Parità numero tre. Ormai Baghdatis non ha soltanto i crampi, è paralizzato. [...] Vantaggio Baghdatis.[...] Parità numero quattro.[...] Vantaggio Agassi.[...] Parità numero cinque. [...] Vantaggio Baghdatis. [...] Parità numero sei. [...] Vantaggio Baghdatis [...] Parità numero sette. [...] Vantaggio Agassi [...] Parità numero otto. [...] Vantaggio Agassi. Al ventiduesimo punto del game,dopo un breve scambio , Baghdatis scaglia un rovescio in rete. Game Agassi. [...] Sul 5 pari giochiamo un game elaborato. Lui commette un errore,cerca il knockout, io contrattacco e vinco. Conduco 6-5. E' lui alla battuta. Arriva 40-15. Rimonto fino alla parità. Poi vinco il punto successivo e adesso ho un match point. Uno scambio rapido,cattivo. Lui sferra un dritto feroce e nel momento in cui lascia le corde della sua racchetta so che è fuori. So di aver vinto il match e contemporaneamente so che non avrei avuto l'energia per colpire di nuovo la pallina.>>*

Ho cercato di raccontarvi in sintesi il punto di vista del trionfatore Agassi. Se anche a voi è venuta curiosità di rivedere quel match, vi allego i video! Se vi ho stimolato la curiosità,consiglio anche di comprare Open, con il 15% di sconto da Feltrinelli!


Agassi-Baghdatis: Gli Highlights della partita.

                                          

Il nono game del 5° set per intero (punteggio sul 4 pari).



*I testi sono citazioni di "Open. La mia storia." di Andre Agassi. Si precisa che non voglio appropriarmi in alcun modo dei diritti d'autore.


venerdì 13 settembre 2013

ANGOLO TECNICO: La racchetta

La racchetta. L'essenza del tennis. La bacchetta magica di ogni giocatore. Si dice che sia la racchetta che scelga il tennista e non il contrario. Ma bando agli scherzi, parliamo seriamente di questo oggetto fondamentale per esprimere un buon gioco sul campo. 

Le prime racchette erano in legno, più pesanti rispetto alle moderne, e per questo sfavorivano chi non era dotato tecnicamente, in quanto se colpivi male la palle,stai sicuro che non sarebbe mai entrate in campo. La vera rivoluzione si attuò cercando appunto di alleggerirle, per permettere un maggiore controllo della sfera anche quando non la si colpisce nel punto ideale (il cosìddetto "sweetspot"). Fu allora che, scartata l'idea di allargare l'ovale, si passò a fabbricare racchette prima in alluminio, poi in grafite. Di qui immaginate cosa possa essere successo: se prima si faceva molto più attenzione ad un gioco tecnico, basato molto spesso sul gioco a rete (l'era del Serve and Volley), con una racchetta più maneggevole e che favoriva i colpi potenti si passò a giocare un tennis basato sugli scambi da fondo, i match che vediamo tutt'oggi. E' così che il gioco a rete venne sempre meno, soprattutto per la facilità di tirare passanti potenti e precisi.

L'innovazione della racchetta non finisce qua! Ultimamente si è addirittura passati ad un ovale più grande per facilitare la ricerca dello 'sweetspot', come dicevamo prima. Lo stesso Roger Federer sta con difficoltà cambiando la sua storica Wilson con una più controllabile che lo aiuti a prevenire alcune delle sue stecche (ne era pieno il match contro Robredo).



Ma quali sono i parametri, gli accorgimenti che servono per la scelta di una racchetta adatta al tipo di gioco che vogliamo esprimere? Non vogliamo darvi lezioni tecniche al dettaglio, qui ci saranno alcuni consigli per scegliere eventualmente una vostra racchetta e iniziare a capire meglio il loro utilizzo nel gioco.

Lunghezza: Più lunga è, più darà una mano al servizio e permetterà gli allunghi in risposta. Inoltre se lunga, è complessivamente più potente; è anche più leggera rispetto al suo corrispettivo 'più corto' perché sennò non sarebbe maneggiabile. 
Peso: Più peso c'è, più c'è potenza, meno c'è controllo. E viceversa. Il peso si può aumentare in diverse maniere: appesantire il telaio, appesantire l'ovale, o entrambi. Negli ultimi 20 anni si è arrivato al compromesso di togliere peso al telaio per mantenere il controllo e aumentarlo invece nella zona dell'ovale per conferire comunque una buona potenza. Il peso all'ovale si può aggiungere anche con l'accordatura e l'uso di pesetti aggiuntivi. Il peso di una racchetta si può sempre aumentare e mai diminuire.
Ovale: Di qui abbiamo già parlato. Un ovale più grosso aumenta l'area utile per l'impatto (lo sweetspot) e di conseguenza la potenza. Un ovale più piccolo favorisce il controllo, ma è anche più difficile da maneggiare. Di solito l'ovale piccolo è per giocatori professionisti che sanno già conferire alla palla potenza autonomamente.
Rigidità: La distinzione qui è tra telaio rigido o flessibile. Quello rigido assorbe meno energia dalla palla, quindi aumenta la sua potenza rispetto al flessibile, però permette meno rotazione e trasmette più vibrazioni al braccio. Un telaio flessibile invece è più utile al controllo, ma perde in potenza.
Schema delle corde: Se le corde saranno più fitte e rigide, la palla perderà in rotazione al rimbalzo. Mentre quelle più flessibili e aperte durano di meno ma permettono un controllo maggiore.

Ricapitolando:
CONTROLLO = ovale piccolo + racchetta leggera + racchetta flessibile + racchetta corta + corde a schema "aperto" e più leggere
POTENZA = ovale grande + racchetta pesante + racchetta rigida + racchetta lunga + corde a schema "fitto" e più rigide

Se siete giocatori alle prime armi vi conviene puntare su racchette dall'ovale medio-grande e un peso medio,così da poter migliorare il vostro gioco. Le racchette basate sul controllo sono pensate per giocatori esperti che sanno già usare i colpi a pieno e utilizzare la potenza.

giovedì 12 settembre 2013

THE OUTSIDER: Jerzy Janowicz (JJ)

Apriamo anche un'altra nostra rubrica,quella dedicata ai personaggi meno noti del circuito, ma che, secondo la nostra opinione, faranno strada un giorno o potrebbero farla nei prossimi tornei. Personalmente, ho voluto aprire con Janowicz perché lo trovo un giocatore mostruoso fisicamente, e sono veramente convinto che farà strada, i mezzi ce li ha ed è del 1990, una giovane età per esprimersi al meglio.

NOME: Jerzy
COGNOME: Janowicz
NATO in Polonia (Lodz) il 13 Novembre 1990
GRANDI SLAM: Semifinale a Wimbledon '13
COLPO MIGLIORE: Servizio-bomba

"Ora come ora la mia seconda metà è il tennis"




2,03 metri di altezza per 91 chili di peso: un mostro. Personalmente mi ricorda un
Berdych più cattivo e più affamato. La foto che ho scelto è esplicativa: si strappa la maglietta come Hulk, dopo aver battuto agli internazionali di Italia un altro armadio come Wilfred Tsonga. Insomma, quando lo vedi giocare, pensi possa buttare giù la rete. Nella nostra era tennistica i match si vincono con il servizio, e quello di Janowicz è davvero un servizio-bomba. Nel video che vi propongo Jerzy raggiunge la velocità di 231 km/h, una velocità davvero pazzesca. Con un servizio del genere è davvero difficile strappargli il game di battuta. Però se ci attenessimo soltanto al servizio dovremmo aspettarci di vedere JJ almeno nella Top5 del circuito Atp; andando a dare un occhiata agli altri suoi colpi, c'è da ravvisare una certa carenza tecnica e tattica: dalla sua costituzione fisica si attenderebbe bordate sia di rovescio che di dritto,invece non è così; utilizza molto spesso
                                                          backspin e dropshot, il ché rende il suo tennis molto più divertente ma sicuramente lo penalizza,soprattutto quando perde la visione di gioco e l'inerzia dello scambio. Quando però Janowicz trova la concentrazione necessaria e riesce a controllare il suo gioco, allora diventa difficile per qualsiasi tennista. Come è successo a Wimbledon di quest'anno: Janowicz, pur approfittando di un tabellone favorevole, è approdato in semifinale sbaragliando la concorrenza, andando a perdere poi da Murray, che quel torneo era obbligato a vincerlo. Insomma,quello che manca a questo giovane talento è sicuramente un po' di esperienza e visione di gioco, ma le qualità e le caratteristiche per sfondare le ha tutte.

Per un'occhiata più completa al gioco di Janowicz guardate quest'altro video:




mercoledì 11 settembre 2013

HALL OF FAME: Nicola Pietrangeli

Nel primo appuntamento dedicato alla nostra rubrica "Hall of Fame" che ricorda le maggiori star che hanno fatto la storia del circuito Atp/Wta non potevamo non parlare di Nicola Pietrangeli, soprattutto perché oggi spegne 80 candeline. Nicola è il più famoso tennista italiano di sempre,l'unico capace di vincere 2 Roland Garros e 2 Master di Roma. Speriamo che questo tributo sia per lui un buon augurio!

NOME: Nicola
COGNOME: Pietrangeli
NATO a Tunisi l' 11 settembre 1933
GRANDI SLAM: 2 Roland Garros (RG)
COLPO MIGLIORE: Passanti impossibili

"Lasciateci giocare a tennis, ce lo meritiamo, la politica la facciano i politici."

Nicola è così, schietto, deciso. Lo è stato dentro e fuori dal campo. Le sue interviste non sono mai convenzionali, le sue dichiarazioni sono sempre sincere e mai costruite. Così dentro il rettangolo di gioco: aggressivo, determinato, competitivo. Il suo tennis sarebbe tutt'ora invidiato: forte da fondo campo, ma mai ripetitivo. Amava variare il gioco,curava lo stile; sotto rete era attento come nei fondamentali. Nacque in Tunisia da padre italiano e madre russa, la nazionalità la scelse dopo essersi ambientato a Roma ed essersi "romanizzato". Da non credere che iniziò la sua carriera sportiva nel calcio, ma lo lasciò all'età di 19 anni quando rifiutò di andare in prestito in serie C. Da allora si decise a fare il tennista,essenzialmente autodidatta, ma con il genio del predestinato, uno di quei talenti che basta osservarli in campo per ascriverli alle stelle. Era non convenzionale anche nel suo modo di vivere il professionismo: amava la vita quasi quanto il suo sport, per questo non era ossessionato dal perfetto stile di vita del campione, attento dalla alimentazione alla pianificazione della giornata. "La vera vita è molto cara; ce n’è un’altra, più a buon mercato, però non è vita". Ma Nicola era così, prendere o lasciare.  E tutti preferivano "prendere". Soprattutto visti i risultati: il primo vero trofeo arriva proprio da casa, gli Internazionali d'Italia, vinti nel '57 e replicati nel '61 ai danni del famoso Rod Laver.  E di mezzo questi due successi fece la storia vincendo il Roland Garros due anni di fila ('59 e '60) senza dimenticare di perdere altre due finali contro Santana. In Francia giocò anche due finali di Doppio, una persa nel '55 e una vinta nel '59 facendo così en plein con il singolare. Non solo terra rossa per lui, ottenne anche il maggior risultato di un italiano a Wimbledon (semifinale). Appese la racchetta al chiodo nel '74 per iniziare poi,due anni più tardi, la carriera di capitano della squadra Davis italiana. Ci portò alla vittoria nella discussa finale contro il Cile dello stesso anno. L'unica coppa Davis della nostra storia fu avvolta dalle polemiche, perché ,per ragioni politiche, la Federazione chiese a Pietrangeli di non andare a Santiago, emulando in qualche modo l'Unione Sovietica che si era ritirata (non voleva infatti contendere contro la nazione di Pinochet). Ma gli atleti si imposero e lottarono fuori e dentro il campo per vincere quella storica coppa.

A Pietrangeli come premio più bello per la sua carriera, oltre che un posto nella Hall of Fame tennistica internazionale (cosa riservata solo a lui e Gianni Clerici per il momento), rimane un campo agli Internazionali di Italia, l'ex centrale, denominato ora il Nicola Pietrangeli.

Vi lascio un video di Nicola nel trionfo del Roland Garros,così che possiate assaggiare il suo tennis:

Questa l'intervista di Gianni Clerici a Pietrangeli per Repubblica>> Glerici Intervista Pietrangeli

Auguri caro Nicola! Grazie!

martedì 10 settembre 2013

US OPEN '13: Cosa ci lascia lo Slam di New York

Primo post del blog, ultimo slam della stagione. Per ogni fine c'è sempre un inizio a quanto pare. Ma lasciamo perdere le smancerie e concentriamoci piuttosto su quali sono i fatti che questo torneo ha evidenziato all'indomani della finale maschile:

 QUELLI DA BATTERE


Serena Williams, ha vinto 7-5 6-7 6-1 contro Azarenka
Nadal ha sconfitto Djokovic 6-2 3-6 6-4 6-1








Favoriti alla vigilia, confermano i pronostici. Ma non è questo che ci spaventa. Ci spaventa una Williams che sembra non avere rivali nel circuito femminile, che prende tutte a bordate e oltre alla forza fisica dimostra una forza mentale solidissima, capace di reagire ad un secondo set perso contro Azarenka in modo sorprendente, lei che era avanti di due break; ci spaventa un Nadal ormai in formissima che non aspetta altro che poter soffiare la n°1 a Novak Djokovic dopo l'en plein raccolto sul cemento (New York,Cincinnati e Montreal),superficie che avrebbe dovuto metterlo in seria difficoltà visto il suo ultimo infortunio.Il primo verdetto che ci propone lo US Open è questo: se capiti dalla parte del tabellone di questi due, difficilmente arriverai in fondo. 

PER UNO SVIZZERO CHE SCENDE, UNO SVIZZERO CHE SALE



Altro decreto: chi è lo svizzero più forte del circuito Atp? Io, dal canto mio, non esiterei nemmeno un secondo a dire Roger Federer, ma questo torneo ci dice il contrario: Stanislas Wawrinka sfodera una delle sue più eccellenti prestazioni in uno Slam e,battendo Murray, arriva in semifinale(persa per un pelo da Djokovic), mentre il Re di Basilea si arrende inaspettatamente ad un redivivo Robredo nei quarti. Insomma, se gli US Open certificano in qualche modo il tramonto di Federer, dall'altra parte sottolineano la rinascita di un Wawrinka fin troppo coperto dall'ombra del connazionale. E ora aspettiamo che la classifica Atp certifichi questo sorpasso.

LITTLE ITALY A FLUSHING MEADOWS

Da sx vero dx Roberta Vinci,Camila Giorgi e Flavia Pennetta
Ma,a mio parere, la più bella vittoria di questo US Open è quella del tennis (femminile) italiano. Sono ormai 3 anni che queste fantastiche ragazze ci assicurano prestazioni super negli Slam, tanto spettacolo e tanto tifo ripagato. Partiamo da Roberta Vinci: per me è stata fantastica,era molto difficile replicare il quarto di finale dell'anno scorso, e lei ci è riuscita. Il suo tennis è tecnico,completo,divertente ma soprattutto differente. E' difficile vedere giocatrici che sanno giocare il suo back di rovescio e che sono complete come lei a rete. Le auguriamo di approdare in semifinale il prossimo anno,visto che è due tornei che la manca per un soffio.
Poi c'è Camila Giorgi: astro del tennis italiano nascente, una ventata di aria fresca e di adrenalina per il nostro movimento tennistico. Inutile dirlo: ha i numeri della campionessa, da affinare la mentalità e la visione tattica; difficile non pronosticare per lei un futuro radioso. La vittoria sulla Wozniacki è stato uno dei match più entusiasmanti del torneo! E dulcis in fundo: Flavia Pennetta. E' lei la vera star del torneo! Due settimane pazzesche per lei! Ha definitivamente superato il problema al polso, irrompendo prepotentemente sulla scena del circuito Wta. Il suo percorso ha dell'incredibile: difficile sconfiggere la Errani testa di serie n°4, tanto più la Kutsnetzova ai sedicesimi e la Halep,una delle giocatrici più in forma del circuito, agli ottavi; per non parlare della vittoria sulla Vinci ai quarti. 10 in pagella per lei,tanta voglia di riscatto e, ai miei occhi, la migliore Flavia dai tempi della Top10.